sabato 2 gennaio 2010

Kant-Santoro Hegel-La Russa





 C’è ancora spazio per il testo filosofico?  Con questa domanda del prof.
Gaspare Polizzi abbiamo iniziato il corso di  storia della filosofia. Parafrasando questa domanda mi chiedo: “c’è ancora spazio per i filosofi?” perché a pensarci bene io non ne vedo tanti in giro!! Me ne vengono in mente solo due, il primo è Massimo Cacciari che però fa il sindaco di Venezia e Gianni Vattimo che   è anche parlamentare europeo.
Mi viene da pensare che oggi i veri filosofi scarseggino e se ci sono  per vivere devono fare un secondo lavoro.
Questi giorni ho la mente piena di Kant e da ieri anche di Hegel,allora mi viene spontaneo pensare che farebbero Kant e Hegel,  trasportati  con una macchina del tempo, ai giorni nostri?
Hegel me lo immagino nei panni del nostro ministro della difesa Ignazio  La Russa, perché? Perché l’idea di stato che ha Hegel mi sconcerta almeno  quanto quella  che ha La Russa  che lo trasfigura sempre in  militari e  missioni.
Hegel ipotizza uno stato forte  non  in funzione dei cittadini ma di un ideale  perché i singoli,  nella sua visione,  non sono portatori di diritti inalienabili  e di indipendenza personale ma sono soggetti piuttosto al  dovere supremo di essere componenti dello Stato. Questa cosa mi fa un po’ rabbrividire anche se poi Hegel la smorza   con  alcune affermazione  sulla necessità di ricorrere all’amore come mezzo per operare la sintesi  tra il singolo e il tutto affinché ne nasca una nuova realtà.  Mah!!

Questa sensazione di disorientamento derivante dalla commistione di  elementi contrastanti la provo anche  quando vedo le interviste che rilascia La Russa, in cui, sprizzando gioia e soddisfazione  da tutti i pori si esalta e  parla di missioni di pace. Io penso con tanta gioia si tratterà di missioni di frati francescani che vanno a predicare la pace nel mondo, ma poi ahimé scorrono le immagini e vedo  plotoni di giovani  armati fino ai denti che  viaggiano su carri armati.
Allora  mi viene di accostare  i due  proprio per la loro capacità di infarcire  idee e situazioni pesanti da digerire  con un tocco di leggiadria




Kant  invece mi viene di pensarlo come un anchorman televisivo  di successo sul modello Santoro, sempre alle prese con  aspetti della vita politica,  sociale, di costume  e sempre ad effettuare   distinzioni per  riportare  nella giusta collocazione fatti, opinioni personali, giudizi. Un anchorman impegnato ad affermare e  difendere  il diritto alla critica  esercitata nelle giuste sedi e con metodi corretti;  un po’ come ha fatto Kant  ai suoi tempi riportando al ragione a contesti più umani e liberandola da  illusorie ambizioni che non le appartenevano.

Insomma  invece di sciogliere   nodi filosofici complicatissimi e di mettermi a studiare  sono qui a giocare con Photoshop !!!!!

1 commento:

learner68 ha detto...

Questo è il guaio dello studio della filosofia: ci si confonde troppo spesso tra quello che è lo studio del pensiero filosofico nella storia (limitata a ciò che ci è stato trasmesso e che noi crediamo sia una -passami il termine- "seconda fede") e ciò che è la filosofia in sè, cioè amore per la sapienza,capacità di porsi interrogativi sul mondo, sull'esistenza umana e sulle possibilità ed i limiti della conoscenza. Domande che non troveranno risposte, ma solo altre domande :-(
Simpaticissimo il tuo "gioco di ruoli"..."incidente comune" di quando studiavamo alle superiori, ma che ora trovo veramente interessante.
Grazie