C’è ancora spazio per il testo filosofico? Con questa domanda del prof.
Gaspare Polizzi abbiamo iniziato il corso di storia della filosofia. Parafrasando questa domanda mi chiedo: “c’è ancora spazio per i filosofi?” perché a pensarci bene io non ne vedo tanti in giro!! Me ne vengono in mente solo due, il primo è Massimo Cacciari che però fa il sindaco di Venezia e Gianni Vattimo che è anche parlamentare europeo.
Mi viene da pensare che oggi i veri filosofi scarseggino e se ci sono per vivere devono fare un secondo lavoro.
Questi giorni ho la mente piena di Kant e da ieri anche di Hegel,allora mi viene spontaneo pensare che farebbero Kant e Hegel, trasportati con una macchina del tempo, ai giorni nostri?
Hegel me lo immagino nei panni del nostro ministro della difesa Ignazio La Russa , perché? Perché l’idea di stato che ha Hegel mi sconcerta almeno quanto quella che ha La Russa che lo trasfigura sempre in militari e missioni.
Hegel ipotizza uno stato forte non in funzione dei cittadini ma di un ideale perché i singoli, nella sua visione, non sono portatori di diritti inalienabili e di indipendenza personale ma sono soggetti piuttosto al dovere supremo di essere componenti dello Stato. Questa cosa mi fa un po’ rabbrividire anche se poi Hegel la smorza con alcune affermazione sulla necessità di ricorrere all’amore come mezzo per operare la sintesi tra il singolo e il tutto affinché ne nasca una nuova realtà. Mah!!
Questa sensazione di disorientamento derivante dalla commistione di elementi contrastanti la provo anche quando vedo le interviste che rilascia La Russa , in cui, sprizzando gioia e soddisfazione da tutti i pori si esalta e parla di missioni di pace. Io penso con tanta gioia si tratterà di missioni di frati francescani che vanno a predicare la pace nel mondo, ma poi ahimé scorrono le immagini e vedo plotoni di giovani armati fino ai denti che viaggiano su carri armati.
Allora mi viene di accostare i due proprio per la loro capacità di infarcire idee e situazioni pesanti da digerire con un tocco di leggiadria
Kant invece mi viene di pensarlo come un anchorman televisivo di successo sul modello Santoro, sempre alle prese con aspetti della vita politica, sociale, di costume e sempre ad effettuare distinzioni per riportare nella giusta collocazione fatti, opinioni personali, giudizi. Un anchorman impegnato ad affermare e difendere il diritto alla critica esercitata nelle giuste sedi e con metodi corretti; un po’ come ha fatto Kant ai suoi tempi riportando al ragione a contesti più umani e liberandola da illusorie ambizioni che non le appartenevano.
Insomma invece di sciogliere nodi filosofici complicatissimi e di mettermi a studiare sono qui a giocare con Photoshop !!!!!
1 commento:
Questo è il guaio dello studio della filosofia: ci si confonde troppo spesso tra quello che è lo studio del pensiero filosofico nella storia (limitata a ciò che ci è stato trasmesso e che noi crediamo sia una -passami il termine- "seconda fede") e ciò che è la filosofia in sè, cioè amore per la sapienza,capacità di porsi interrogativi sul mondo, sull'esistenza umana e sulle possibilità ed i limiti della conoscenza. Domande che non troveranno risposte, ma solo altre domande :-(
Simpaticissimo il tuo "gioco di ruoli"..."incidente comune" di quando studiavamo alle superiori, ma che ora trovo veramente interessante.
Grazie
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