giovedì 31 dicembre 2009
e noi tra quanti secoli?
Ultima versione del mini computer di Negroponte. Gurdate che meraviglia, alcuni governi europei si stanno organizzando per acquistarlo agli studenti. Il governo dell'Uruguay ne ha ordinato uno per ogni studente. Il costo per ora è di 100$ ma si pensa che scenderà intorno ai 60- 70.
E noi? chissà che il ministro con i soldi risparmiati tagliando insegnanti e destinati ad innalzare la qualità della scuola non ci compri tanti bei X0-3 ?
dalla BBC education
OLPC unveils slimline tablet PC
By Jonathan Fildes
Technology reporter, BBC News
OLPC XO-3
The group behind the $100 laptop has revealed the design for its latest computer aimed at connecting children in the developing world.
The XO-3, as it is known, is a slim-line touchscreen tablet PC.
One Laptop per Child (OLPC) said it would be "available in 2012" and would cost "well below $100".
The new design replaces the proposed XO-2, a foldable e-book that was first shown off in 2008 but has since been scrapped by the organisation.
The XO-3 will eventually replace the original XO laptop that first went into production in 2007.
The innovative machines, which have been designed for use in remote and harsh environments, were designed for use by school children and featured a sunlight readable display and open source software.
'Bigger appeal'
ABOUT ENGLISH
Negli ultimi post di Andreas e di Manuela viene tirato in ballo lo scarso livello di competenza degli italiani con le lingue straniere, in particolare con l'inglese. Questo è un problema che mi sta molto a cuore non solo come insegnante perché sono specialista (cioè insegno solo inglese in 8 classi, circa 150 alunni) nella scuola primaria ma anche come persona che quel poco di inglese che sa lo ha imparato con corsi a pagamento extrascolastici da adulta.
In base alla mia esperienza le cause della scarsa conoscenza della lingua inglese nella popolazione italiana sono di duplice natura, la prima è relativa alla politica scolastica ministeriale e l’altra a fattori metodologici dell’insegnamento.
L’inglese è l’ultima disciplina introdotta obbligatoriamente nel 1990 nella scuola primaria, allora elementare, (non prendo in considerazione l’informatica perché ora è trasversale e quindi non viene considerata più come disciplina a se stante). Il suo insegnamento è stato affidato in larga parte a insegnanti formati all’interno della scuola con corsi abilitanti o abilitati attraverso concorsi.
Questi insegnanti nel corso di due decenni hanno formato una loro professionalità basata sulla sperimentazione in classe, sull’aggiornamento, sulla specializzazione.
Nel 2003, quando ministro dell’istruzione era la Moratti , è stato organizzato un piano di rientro di questi insegnanti specialisti che venivano considerati una spesa inutile per la scuola italiana.
Per rientro intendo dire che torneranno ad insegnare tutte le materie in una o due classi.
Questo piano è ancora in atto ed è stato potenziato dallo scorso anno con alcune misure del ministro Gelmini in cui si parla di obbligatorietà per tutti i docenti in servizio di conseguire l’abilitazione all’inglese e di insegnarlo nelle loro classi.
Chi è esterno alla scuola primaria non capisce la portata e le conseguenze di questa politica che toglie ad insegnanti esperte che da molti anni insegnano inglese la competenza del loro insegnamento e le rimanda in classe ad insegnare matematica o italiano senza averne più le competenze necessarie. Allo stesso tempo il problema si presenta rovesciato con le colleghe “generaliste” che devono frequentare un corso obbligatorio (non retribuito) e insegnare nelle loro classi inglese anche se non se la sentono. Vi sembra questa una politica di qualità ? per me no, ma non è neanche una politica di risparmio perché per formare nuove insegnanti che sostituiranno quelle già esperte si stanno spendendo miliardi di euro in tutta Italia, miliardi che potevano essere spesi in altro modo, per esempio per innalzare il livello professionale delle specialiste con corsi all’estero o altro.
Ma non finisce qui, la Comunità Europea dal 1995 ha adottato una politica di promozione del plurilinguismo per promuovere l’acquisizione almeno di un’altra lingua europea. In Italia è stato recepito solo a livello di scuola media con l’introduzione di 2 ore settimanali di una seconda lingua a scelta. Tolti i licei linguistici nella scuola superiore non vi è traccia di questa seconda lingua e il ministro Gelmini lo scorso anno ha addirittura proposto nella scuola media “l’inglese potenziato” cioè la possibilità di fare 2 ore in più di inglese invece che di spagnolo o francese o tedesco. Un ricorso alla comunità europea ha bloccato questa possibilità perché contraria alle direttive comunitarie, ha messo però in evidenza la bassa qualità della politica linguistica italiana. Mentre in Europa si dà come scontata l’acquisizione dell’inglese come lingua di comunicazione internazionale e si parla di promozione della “lingua del cuore” (seconda lingua straniera) per coltivare sentimenti e interessi, in Italia ci dobbiamo ancora arroccare sull’inglese.
Un passo indietro e torniamo al ministro Moratti che ha stipulato una convenzione con gli enti certificatori esterni alle scuole (Cambridge, Trinity College ecc.) affinché le certificazioni che essi rilasciavano a pagamento avessero un riconoscimento a livello universitario. Che bello!! Tutti felici, ma quali sono state le conseguenze pratiche? Tutte le scuole medie, secondarie e persino le primarie si sono attivate a far certificare competenze, sono diventate centro esami di questi enti e pagando hanno e stanno ricevendo certificazioni a non finire ( non voglio aprire il capitolo business che c’è dietro). Che c’è di male direte voi? C’è, perché quando lo studente va all’università invece di continuare a studiare inglese presenta la sua bella certificazione conseguita anni prima e viene esonerato dal sostenere l’esame. Io stessa mi sono trovata a frequentare corsi con neolaureati che consapevoli del fatto di non sapere l’inglese pagavano dopo la laurea corsi privati.
Vi sembra una politica giusta questa? Quando lo puoi studiare gratis ti fai certificare per fare prima e poi se hai i mezzi paghi, se hai la fortuna di averli altrimenti rimani ignorante!!
Passiamo alle questioni di natura metodologica in cui gli insegnanti hanno sicuramente più responsabilità. Quanto cita Manuela rispetto all’apprendimento scolastico precoce non ha fino ad ora una dimostrazione scientifica. Spesso viene confuso con l’acquisizione naturale di due lingue, cioè il bilinguismo, che studi scientifici dimostrano avvengano interessando la stessa parte del cervello, mentre una acquisizione di una lingua straniera di tipo scolastico interessa un’altra zona del cervello. E’ chiaro che affinché ci sia bilinguismo ci deve essere acquisizione precoce, ed esposizione contemporanea, ma questa è un’altra storia.
Una ricerca di una università inglese, di cui mi sfugge il nome ,effettuata in comparazione tra due gruppi di studenti, uno con inizio precoce dell’apprendimento linguistico l’altro con inizio a 9-10 anni sostiene che all’uscita della scuola superiore i livelli degli apprendimenti siano gli stessi.
Io comunque sono favorevole all’apprendimento precoce perché al termine della scuola primaria anche se i bambini non parlano inglese acquisiscono un bel bagaglio lessicale, chunk linguistici che poi ritrovano sulle pubblicità, su internet, nei videogiochi, acquisiscono anche un minimo automatismo nella lettura che permette loro di leggere applicando la pronuncia inglese e non quella italiana e riescono a capire il senso di semplici frasi pur non conoscendone tutti i termini, per bambini di 11 anni non mi pare così poco. Inoltre la lingua va vista anche come veicolo culturale, se non imparano a parlare almeno apprenderanno che esiste una cultura con tradizioni e usi diversi dai loro.
Tornando al metodo, è risaputo che le lingue si apprendono praticandole e quando vi iscrivete a un corso privato la prima cosa che vi dicono è il numero massimo di partecipanti, 10 massimo 12, sono già parecchi. Come si può pensare che in una classe di qualsiasi ordine scolastico si possa raggiungere anche con il metodo più efficace la stessa prestazione con classi da 25 alunni?
Il numero in questi casi è determinante, dividete un’ora per 12 e avrete 5 minuti di speaking a testa dividete per 25 e ne avrete 2, 4 e se ci mettete la spiegazione, la correzione dei compiti, le verifiche, gli esercizi quanti diventano? Mi sembra facile capire che questo è un problema serio, il miglior metodo e le migliori intenzioni vengono vanificate. Una speranza in questo senso è stata rappresentata dal CLIL (Content and Language Integrated Learning) cioè l’insegnamento di una disciplina in lingua inglese. Corsi di aggiornamento a non finire, progetti, speranze, però anche qui la sporadicità dell’esperienza ne limita molto i benefici. Fare un progetto di 10 ore di CLIL certo è meglio che non farlo però non è risolutivo. Il CLIL è un ottimo sistema, l’ho potuto sperimentare personalmente per un anno insegnando all’estero in una scuola bilingue italiano-spagnolo, alla fine dei 5 anni i bambini parlavano e scrivevano bene tutte e due le lingue, però il loro tempo scuola era equamente diviso tra le due.
Mettiamoci poi anche la componente motivazione, di solito sei motivato ad imparare cose che ti servono per uno scopo. La motivazione ad apprendere sale se ci sono occasioni in cui sei in contatto con gente che non parla la tua lingua e con cui vuoi comunicare. Ancora nella scuola italiana mancano un po’ queste occasioni, ci sono molte buone pratiche, partnerariati con scuole estere, Erasmus universitari, scambi di alunni e docenti, gemellaggi elettronici (eTwinning) ma sono ancora relegati in nicchie educative ed affidati alla buona volontà di docenti che si spendono senza riserve per la loro professione. Se queste prassi non usciranno dalla sporadicità e se la politica nazionale non cambierà non ci sarà l’innalzamento auspicato.
KANT E' TOSTO O IO SONO DURA ?
Dopo una settimana di duro studio ho prodotto questo schema semplificativo del pensiero di Kant. Sicuramente ho banalizzato un pensiero così complesso e articolato, ma credo sia l'unica possibilità per la mia forma mentis limitata di memorizzare qualcosa. Lo condivido nella speranza possa essere utile a qualche collega che magari va di fretta e non ha il tempo di realizzarne uno suo proprio. spero non ci siano errori interpretativi, altrimenti invece di aiutare combino qualche guaio. Esercitate la vostra "ragion pura" ed eventualmente correggete.
Mentre studiavo mi è spesso venuto in mente che il blog potrebbe essere un ottimo sistema per dibattere argomenti filosofici.
Ho immaginato una classe di scuola media superiore che usa il blog come espansione dell'aula e che attualizza il pensiero dei filosofi con dibattiti, opinioni, critiche apprezzamenti, oppure come helpdesk per chi in classe non ci capisce nulla e ha bisogno di spiegazioni aggiuntive semplificate.
mercoledì 30 dicembre 2009
ANCORA SULLA CAPACITA' DI ASCOLTO......storia allucinante
Non solo ritardi,treni soppressi, sporcizia ma anche disumanità sui nostri treni
tratto daRepubblica.it
Privo di biglietto perché impossibilitato a farlo mostra i soldi
al controllore. Ma viene costretto a scendere dalla polizia ferroviaria
Quel ragazzo senza braccia
sul treno dell'indifferenza
di SHULIM VOGELMANN
Quel ragazzo senza braccia sul treno dell'indifferenza
CARO direttore, è domenica 27 dicembre. Eurostar Bari-Roma. Intorno a me famiglie soddisfatte e stanche dopo i festeggiamenti natalizi, studenti di ritorno alle proprie università, lavoratori un po' tristi di dover abbandonare le proprie città per riprendere il lavoro al nord. Insieme a loro un ragazzo senza braccia.
Sì, senza braccia, con due moncherini fatti di tre dita che spuntano dalle spalle. È salito sul treno con le sue forze. Posa la borsa a tracolla per terra con enorme sforzo del collo e la spinge con i piedi sotto al sedile. Crolla sulla poltrona. Dietro agli spessi occhiali da miope tutta la sua sofferenza fisica e psichica per un gesto così semplice per gli altri: salire sul treno. Profondi respiri per calmare i battiti del cuore. Avrà massimo trent'anni.
leggi tutto
tratto daRepubblica.it
Privo di biglietto perché impossibilitato a farlo mostra i soldi
al controllore. Ma viene costretto a scendere dalla polizia ferroviaria
Quel ragazzo senza braccia
sul treno dell'indifferenza
di SHULIM VOGELMANN
Quel ragazzo senza braccia sul treno dell'indifferenza
CARO direttore, è domenica 27 dicembre. Eurostar Bari-Roma. Intorno a me famiglie soddisfatte e stanche dopo i festeggiamenti natalizi, studenti di ritorno alle proprie università, lavoratori un po' tristi di dover abbandonare le proprie città per riprendere il lavoro al nord. Insieme a loro un ragazzo senza braccia.
Sì, senza braccia, con due moncherini fatti di tre dita che spuntano dalle spalle. È salito sul treno con le sue forze. Posa la borsa a tracolla per terra con enorme sforzo del collo e la spinge con i piedi sotto al sedile. Crolla sulla poltrona. Dietro agli spessi occhiali da miope tutta la sua sofferenza fisica e psichica per un gesto così semplice per gli altri: salire sul treno. Profondi respiri per calmare i battiti del cuore. Avrà massimo trent'anni.
domenica 27 dicembre 2009
CARISMA.... vantaggio o pericolo? .......Dipende
immagine by Konstantinos Kottinis
Questo blog è il frutto di una strategia didattica innovativa e intelligente che vuole coniugare il fare con l'apprendere e con il comunicare.
L’ho dichiarato fin dall’inizio, questo modello mi entusiasma, perché ritengo giusto che per apprendere nuove modalità comunicative quali il blog non basta leggerne definizioni e descrizioni ma bisogna praticare “l’oggetto di studio” e anche perché mi ha consentito di instaurare un rapporto diretto con il professore (anche se non ama essere definito così !). Un rapporto che in questi due anni è un po’ mancato, vuoi per la mediazione dei tutor che hanno sempre fatto da tramite e vuoi anche per lo scarso interesse dei prof a volerlo stabilire. Questo rapporto diretto mi ha fatto capire che un’altra via è possibile, il dialogo tra docente e discente (sono sicura che anche questa definizione non piace ad Andreas!) è possibile, i ruoli non devono mai occultare la persona che deve invece avere sempre un ruolo centrale.
La mia riflessione non vuole soffermarsi sulla validità in generale del blog e della blogclasse come strumento didattico, perché la considero quasi scontata e sono sicura che avrà un incremento nel prossimo futuro, ma sulla trasferibilità di tale modello.
Riflettendo sulla nostra comune esperienza mi chiedo se può essere facilmente trasferibile con lo stesso grado di gradimento senza un prof in grado di esercitare un certo appeal sui suoi studenti. Noi siamo tutti concordi nell’affermare la validità dell’esperienza ( lo desumo dai commenti ) ma potremmo dire la stessa cosa senza la presenza di Andreas? Sostituito da un professore qualsiasi il modello didattico avrebbe la stessa efficacia? La risposta che io mi do è no, quindi per me questo modello include anche un professore carismatico altrimenti non credo possa funzionare. Il problema però è proprio il carisma.
Questa considerazione mi fa scaturire altre domande del tipo: sostituendo un prof carismatico positivo con autentici interessi di ricerca e con valori socialmente condivisibili, con un professore carismatico negativo che abilmente promuove disvalori, posizioni di parte, ideologie, questo strumento didattico cosa potrebbe diventare?
Di certo sarebbe altra cosa, quali scenari aprirebbe nel campo educativo?
Mi fermo qui perché non vorrei che la condivisione di questa mia riflessione possa essere interpretata come un segno di sfiducia nei confronti dell’innovazione, anche perché io sono la prima a sostenerla.
sabato 26 dicembre 2009
sto scoprendo il mondo dell'ebook, è meraviglioso!!!!!
Sto scoprendo il mondo dell'ebook perchè sarà il tema della mia tesi di laurea, sono piacevolmente stupita, sta avvenendo una grande rivoluzione silenziosa di cui solo tra alcuni anni se ne potrà capire la portata.
Ho l'impressione che si replicherà ciò che è successo con la musica, vi ricordate i vecchi dischi di vinile? Poi le cassette, poi i CD, poi file musicali e ora la musica scaricabile legalmente o piratata in ogni dove.
Credo che togliere la fisicità al libro, oltre a tagliare meno alberi, servirà a rendere la conoscenza più alla portata di tutti. I prezzi scenderanno notevolmente, in america libri cartacei in vendita a 29$ sono già scesi a 9$.
Io ne sono affascinata, ma in virtù di un retaggio culturale da cui non mi posso separare, continuerò ad amare i miei vecchi libri cartacei..........però l'ebook reader me lo compro..... sono troppo curiosa!!!!
guardate il video illustrativo
http://www.barnesandnoble.com/nook/#
Ho l'impressione che si replicherà ciò che è successo con la musica, vi ricordate i vecchi dischi di vinile? Poi le cassette, poi i CD, poi file musicali e ora la musica scaricabile legalmente o piratata in ogni dove.
Credo che togliere la fisicità al libro, oltre a tagliare meno alberi, servirà a rendere la conoscenza più alla portata di tutti. I prezzi scenderanno notevolmente, in america libri cartacei in vendita a 29$ sono già scesi a 9$.
Io ne sono affascinata, ma in virtù di un retaggio culturale da cui non mi posso separare, continuerò ad amare i miei vecchi libri cartacei..........però l'ebook reader me lo compro..... sono troppo curiosa!!!!
guardate il video illustrativo
http://www.barnesandnoble.com/nook/#
qualcosa sta cambiando.....
da Repubblica.it
Coelho, online tre dei suoi libri
Ai fan "chiedo un gesto di solidarietà"
I tre libri disponibili sul web sono "Il cammino dell'arco",
"Storie per genitori, figli e nipoti" e "Guerrieri della luce"
Paolo Coelho
File sharing e peer-to-peer. In barba a diritti d'autore e persecuzioni dei criminali che non li rispettano, Paolo Coelho ci prova ancora e mette in rete tre dei suoi libri più famosi facendo un bel regalo ai suoi fans.
mercoledì 16 dicembre 2009
FORZA MARCO SEI LA VOCE DI CHI NON HA PAROLA
Solidarietà con Travaglio, il Fatto Quotidiano e Repubblica-Espresso
http://www.facebook.com/group.php?v=wall&gid=205255234066
mercoledì 9 dicembre 2009
Anche Babbo Natale ha il suo blog
Avete scritto la letterina a Babbo Natale?
Ancora no!!!!
Avete fatto bene, non serve più ora potete postare le vs richieste direttamente sul suo blog!!!!!
Si è informatizzato anche lui!!!!
http://clauschronicles.blogspot.com/
martedì 8 dicembre 2009
"Studenti quasi analfabeti"
Secondo questo articolo di Repubblica.it stiamo messi proprio male con la conoscenza della lingua italiana, anche nei laureati si riscontrano fenomeni di analfabetismo di ritorno.......come sempre la colpa è della scuola e di internet!!!!
Io cossi tu cuocesti egli cosse: cos'è 'sta roba? Piccolo esame di verbi: "Se io sarebbe più abile, tu mi affiderai una squadra". Ma anche: "Se tu saresti più alto, potessi giocare a pallacanestro". Nel cimitero dove giacciono, insepolte, sintassi e ortografia, accenti e apostrofi si confondono in un'unica insalata nizzarda di parole: "Non so qual'è la prima qualità di un'uomo". E tutto questo accade, si legge, si scrive all'Università.
leggi tutto
sabato 5 dicembre 2009
ANCHE IO MI SENTO VIOLA
VOGLIO ADERIRE SINBOLICAMENTE AL MOVIMENTO DI PROTESTA NATO DAL WEB CHE CHIEDE SENZA BANDIERE PARTITICHE UNO STATO PIU' GIUSTO. NON A CASO IL COLORE VIOLA E' DIVENTATO IL SIMBOLO DI QUESTO MOVIMENTO,INFATTI NON E' STATO MAI USATO DA PARTITI POLITICI.
IMPOSSIBILITATA A FARLO FISICAMENTE , PARTECIPO A QUESTO GIORNO CHE ASSEGNA AL WEB LA CAPACITA' DI FOCALIZZARE SINERGICAMENTE LA MOLTITUDINE DI PENSIERI SU UN'UNICA RICHIESTA: UNO STATO CHE NON ASSEGNI PRIVILEGI DI CASTA E CHE NON PERMETTA CHE IL BENE DI UNO SOLO VENGA CONFUSO CON IL BENE DI TUTTI.
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